Caro autore letto e straletto perché temi la fanfiction?5 min read
Reading Time: 4 minutesarticolo di Giorgia Anzalone per Wired.it
Quello delle fanfiction (racconti prodotti dai fan su personaggi fittizi o reali di fama più o meno mondiale) è un fenomeno ancora poco noto ai più, ma agli “addetti ai lavori” (scrittori, editori, autori) che da anni ormai hanno fatto delle fanfiction e della massa che ne produce, il fandom, un vero e proprio punto di riferimento dal quale attingere volti nuovi, idee e, perché no, anche indicazioni di massima sul gradimento del pubblico che possono influenzare in misura maggiore o minore l’andamento stesso del prodotto originale.
Inizialmente questo genere è stato avversato con un certo vigore da un buon numero di autori. Si ricordano spesso i maggiori. George R. R. Martin, ad esempio, che nel 2010 pubblicò sul proprio blog su LiveJournal un lungo post nel quale spiegava le motivazioni della propria avversione. L’autore di Game of Thrones tirava in ballo Marion Zimmer Bradley, autrice delle Nebbie di Avalon, che inizialmente aveva incoraggiato il proprio fandom per poi cambiare idea in seguito a una controversia legale. Anche Anne Rice, nel 2000 aveva avvisato i propri fan, proibendo la produzione di fanfiction ispirate alle Vampire Chronicles). Oggi, nonostante questi autorevoli divieti, il fenomeno è non solo in netta espansione, ma si è guadagnato un buon numero di promotori dai nomi piuttosto grossi (qualcuno ha per caso detto J. K. Rowling? Quel qualcuno avrebbe ragione).
Ovviamente, il grande cambiamento è avvenuto con la rete.
Da anni, ormai, con l’arrivo di una connessione ADSL in quasi tutte le abitazioni del globo, quello delle fanfiction si è trasformato da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa, e non è un caso che ultimamente scrittori ed editori (più lentamente i primi, per ovvi motivi legati al copyright e ad un’idea di proprietà profondamente radicata, molto più celermente i secondi, per motivi altrettanto ovvi legati più che altro all’impressionante potenziale economico di operazioni à la 50 Sfumature di Grigio) stiano cominciando a cambiare opinione sul fandom e le sue produzioni.
Alcuni esempi? Partiamo dalla Rice: nel 2012, una decina d’anni dopo circa, quindi, rispetto alla sua prima dichiarazione in merito, la Rice ha aggiustato il tiro, confessando di essersi parecchio infastidita, una ventina di anni prima, principalmente perché pensava che leggere fanfiction l’avrebbe bloccata. Da allora, però, è stato molto facile semplicemente evitare che questo accadesse, “so live and let live”.
Uno dei pionieri della “linea morbida” riguardo il fandom e le fanfiction è stato (come in molti altri ambiti) Joss Whedon, creatore fra gli altri di serie televisive cult come Buffy the Vampire Slayer e Firefly. A parte una breve parentesi nel 2003, in cui Whedon chiese ai fan di astenersi dallo scrivere fanfiction su Buffy, la cui ultima stagione stava andando in onda, temendo che qualcuno di loro potesse inavvertitamente spoilerarne il finale, Joss è sempre stato un sostenitore del fenomeno, arrivando a dichiarare, durante un Ask Me Anything su Reddit, che “qualsiasi opera di qualità è aperta ad interpretazioni differenti da quella intesa dall’autore. L’arte non è il tuo animaletto domestico – è tuo figlio. Cresce, e ti risponde”.
E Martin? È ancora granitico nel proprio rifiuto. Ma, per qualche ragione, non ha mai pensato (né voluto) allargarlo a Game of Thrones, serie televisiva ispirata alla sua opera maggiore, Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Risultato? Il fandom ha trovato facilmente il modo di aggirare il divieto, scrivendo sui personaggi e sulle ambientazioni come le conosciamo dal telefilm, piuttosto che attingendo al materiale proveniente dai libri.
Facile, pulito e soddisfacente – anche perché i due creatori della serie, Benioff e Weiss, si sono ben guardati dall’esprimersi negativamente in proposito, andando ad aggiungersi all’enormità di autori che lavorano nel settore della serialità televisiva statunitense che hanno ormai imparato a lavorare ponendo il fandom su un piedistallo (un esempio su tutti: Teen Wolf, che basa la quasi totalità della propria fama su una coppia, la Sterek, composta dai personaggi di Derek Hale e Stiles Stilinski, che ha ben poca copertura all’interno dello show, ma una risonanza talmente enorme sul fandom che perfino i due attori dietro i personaggi si sono ritrovati spesso a scherzarci sopra e incoraggiare i fan in tal senso).
Per non parlare poi dell’editoria: 50 Sfumature, riscrittura di una fanfiction originariamente ispirata a Twilight è solo la punta dell’iceberg. Da anni ormai, anche in Italia, non è raro che i più celebri autori di fanfiction diventino poi scrittori (Eleonora C. Caruso ne è un brillante esempio), o che accada addirittura l’opposto (con riferimento al caso Loredana Lipperini/Lara Manni).
All’estero, poi, il fenomeno ha un respiro ancora più ampio: un esempio per tutti, Cassandra Clare e lo straordinario successo ottenuto con la saga Young Adult delle Shadowhunters Chronicles, già riadattata a lungometraggio per il grande schermo nel 2013 e dal quale presto sarà tratta anche una serie tv ordinata dalla ABC e la cui produzione partirà nel giugno di quest’anno. Provenendo dal fandom (Harry Potter) e dalle fanfiction, la Clare conosce bene le enormi potenzialità di quest’universo in continua espansione, e non disdegna di pubblicizzare anche sul suo stesso Tumblr le fanart ed altri tipi di fanwork ispirati alle sue opere.
Una cosa è certa: ben lungi dall’essere una “fase” come molti inizialmente sembravano pensare, le fanfiction sono qui per restare. Ed alcuni, più furbi o forse semplicemente dalla mentalità più aperta rispetto ad altri, hanno già cominciato a farci i conti. In tutti i sensi.
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