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10 insegnamenti delle fiabe che abbiamo dimenticato4 min read

24 Marzo 2015 4 min read

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10 insegnamenti delle fiabe che abbiamo dimenticato4 min read

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articolo di Claudia Catalli per Wired.it
cinderella
Il cinema è la prova che di favole non siamo mai sazi. Cenerentola della Disney, girata dal premio Oscar Kenneth Branagh, approdata in sala qualche giorno fa, ha totalizzato cifre da capogiro al box office. Le favole fanno parte di noi e, da un punto di vista narrativo, sono un meccanismo che viene riproposto continuamente. Ad esempio, per molti Cinquanta sfumature di grigio altro non è che una riproposizione in chiave porno soft di Cenerentola. Il nocciolo delle favole, però, rimane inalterato, il loro insegnamento morale che non può essere deviato e ne garantisce la contemporaneità. Ecco, dunque 10 insegnamenti che ci trasmettono le favole più famose, molte delle quali riproposte al cinema, e che non dovremmo aspettare l’uscita di un kolossal per ricordare.
10. I sogni son desideri di felicità

Un po’ è la parabola degli ultimi che saranno i primi, un po’ la dose di speranza che finisci per avere quando nulla sembra andare per il verso giusto. Certo, per uscire da una situazione esistenziale complicata sognare non basta. Occorre desiderarla fortemente, la felicità. E rimboccarsi le maniche ogni giorno per scrollarsi la cenere di dosso, magari lasciandosi aiutare da chi ti sta accanto. Cenerentola, oggi al cinema nella nuova affascinante versione disneyana firmata Branagh, tra fata madrina, topolini e principe azzurro è stata fortunata. Però vuoi mettere stare senza scarpe di cristallo, sorellastre gracchianti e rientro fisso a mezzanotte?
9. Le bugie hanno le gambe corte

Scagli la prima pietra chi non usa mentire. Anche raramente, involontariamente: dalla bugia più innocente alla vita parallela scaltramente architettata, la quotidianità pullula di menzogne irriconoscibili (si allungasse il naso almeno un pochino sarebbe facile scoprirle). Pinocchio avrebbe pure buone intenzioni, ma si lascia distrarre dal mondo, e finisce per far impazzire fata turchina e grillo parlante, senza contare il buon Geppetto dritto nella pancia della balena. Tra l’altro ottiene ben poco: perde monete, abbecedario & co, viene trasformato in asino, si brucia le gambe accanto al fuoco… Meglio scegliere la verità. O almeno provarci. Meno faticoso.
8. Solo chi sogna può volare
Quando hai la gioia nel cuor tu ti senti sollevar… Quante volte avete sognato di volteggiare nell’aria come Peter Pan, Wendy e i suoi fratelli? Non dico per forza attorno al Big Ben, ma un bel viaggio solo andata per l’Isola che non c’è è una bella tentazione. Riguardate il film Disney, l’ultima scena: Agenore fissa la luna e riconosce il vascello di Peter Pan, visto “tanto tempo fa, quando ero bambino“. E quasi si commuove. Ecco: tornare a contatto con la parte ‘bambina’ di te stesso prima che i tuoi figli debbano affrontare pirati folli e pellerossa arrabbiati non sarebbe male.
7. L’unione fa la forza

Cosa ne sarebbe stato di Hansel e Gretel se non si fossero aiutati, costantemente, nelle continue peripezie? La risposta non è bella, considerando tra le altre cose il forno accesso apposta per arrostirne uno dei due. Un insegnamento semplice ma fondamentale: insieme si fa tutto meglio. Provare per credere.
6. Piccoli passi per andare avanti

Pollicino/a è l’esempio che chiunque ce la può fare. Che Davide batte sempre Golia, che se uno semina (e bene) le mollichine di pane nella vita non si perde. Un Pollicino contemporaneo è Bill Murray in Tutte le manie di Bob. Ovviamente le storie sono diverse, ma l’insegnamento è lo stesso: passi di bimbo per sciogliere nodi emotivi ed essere, finalmente, liberi.
5. Stare dalla parte dei più deboli

Non serve rubare ai ricchi, basta scegliere da che parte stare. E lottare, meglio se con il sorriso come fa Robin Hood (che con il compare Little John “ride e scherza come vuol“). Certo, nel film disneyano era una volpe: non a caso contagiava voglia di ribellarsi ad un sistema non meritocratico, perché la nobiltà “non è un diritto di nascita: è determinata dalle proprie azioni”.
4. Aver cura dell’altro

A Christmas Carol, versione 1984, è un piccolo capolavoro di animazione – ma questa è un’altra storia. A Natale molti si trasformano in Scrooge, nella vita quotidiana quasi tutti: ad averceli, tre fantasmi per ricordarci chi siamo, da dove veniamo e soprattutto cosa accade alle persone che ci stanno attorno. In loro assenza, un esame di coscienza per rendersi conto del mondo circostante può andar bene.
3. Leggere per trasformare

Non è giusto che una donna legga. Le vengono in testa strane idee, e comincia a pensare“. Lo dice l’arrogante Gaston alla curiosa Belle, protagonista di La bella e la bestia. Sapete tutti che fine faccia lui e che fine faccia Belle: meglio leggere, anche per imparare a distinguere chiaramente chi sono le vere bestie.
2. Bastan poche briciole
Ti bastan poche briciole, lo stretto indispensabile e i tuoi malanni puoi dimenticar. In fondo basta il minimo, sapessi quanto è facile trovar quel po’ che occorre per campar. Ripetere dieci volte. Capire. Imparare. E poi cercare un Baloo con cui improntare un ballo scatenato su due piedi.
1. Vivere senza pensieri.

Hakuna Matata. Il piccolo re leone, orfano e incapace di sopportare l’enorme dolore per la perdita del padre, trova non solo conforto, ma una vera e propria svolta in questa formula. Che somiglia molto alla concezione di leggerezza di Italo Calvino (autore, tra l’altro, di una splendida raccolta di Fiabe): “Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.

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