Stan Lee meglio di Shakespeare?2 min read
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George RR Martin, il 27 febbraio, ha fatto dono della sua prima edizione dello Hobbit di Tolkien, pubblicata nel 1937, alla biblioteca dell’Università del Texas. Si tratta di un testo prezioso dato che nel mondo ne esistono solamente 1500 copie. Durante la cerimonia, l’autore ha dichiarato che è molto importante che ci sia un luogo dove sono conservate le storie, tutte le storie, perché non sappiamo quali la gente leggerà e considererà simboliche del nostro tempo, tra 50, 100 o 1000 mille anni. Può anche darsi, ha detto Martin, non si capisce quanto provocatoriamente, che Stan Lee (fumettista) verrà considerato con lo stesso rispetto di Shakespeare.
Forse Martin ha ragione. Non dimentichiamoci però che Stan Lee e molti autori contemporanei di genere, più che nuove storie hanno trovato nuovi modi di raccontare le stesse. Alla fine che cos’è Hunger Games se non una rivisitazione dei miti greci e in particolare del Minotauro? E le contraddizioni che sfaccettano i personaggi di Games of Thrones, alla fine, non sono delle versioni ridotte e veloci dei grandi personaggi della tragedia shakesperiana? A me la figura di Tyrion Lannister, nella sua incompiutezza di uomo, amante e principe ricorda un po’ quella di Amleto, e Cersei per spietatezza e ambizione, sembra a tratti Lady MacBeth.
Per non parlare, poi, di ciò che lega gli dei dell’Olimpo o delle saghe degli islandesi ai supereroi. Infine, tutto quello che un lettore cerca oggi in un romanzo fantasy lo trova già nell’Odissea (streghe, giganti, trasformazioni, immortalità, tesori, spettri eccetera), la prima opera narrativa della letteratura occidentale. E se vogliamo pescare tra titoli più recenti, Cent’anni di solitudine di Garcia Marquez porta in sé un senso del magico che Stephen King può solo sognare. Insomma, senza snobismo spero che se tra mille anni qualcuno leggerà Il trono di spade, non lo faccia dimenticando Shakespeare. E che le serie tv e la valanga di gallery e contenuti che vengono postati quotidianamente su Internet sul Trono di spade o Star Wars non facciano scordare che c’è chi quelle stesse storie le ha raccontate prima e con più profondità.
Detto questo, anche a me piace Stan Lee.