"Dimenticami Trovami Sognami", il romanzo scifi di Andrea Viscusi2 min read
Reading Time: 2 minutesIl romanzo di Andrea Viscusi, Dimenticami Trovami Sognami, pubblicato da Zona42, giovane casa editrice votata alla fantascienza, parla di due tipi di infinito divergenti e coincidenti: quello siderale, oltre l’atmosfera terrestre, e quello dell’interiorità. Lo spazio vasto, fitto di corpi celesti, irraggiungibile per la scarsa conoscenza che oggi abbiamo degli strumenti tecnologici e l’infinito profondo della nostra intimità, anch’esso irraggiungibile per la scarsa conoscenza che abbiamo di noi stessi. Dunque, conoscere è il vero viaggio, il grande azzardo che l’uomo può compiere, più che coprire distanze siderali tra un corpo celeste e l’altro.
La storia che racconta Viscusi è quella di Dorian Berti, giovane aspirante astronauta che da Lucca raggiunge un misterioso centro di addestramento dell’ESA in Austria dove in teoria dovrebbe essere preparato al prossimo volo nello spazio. In teoria perché in pratica, Dorian dovrà affrontare tutt’altra missione che durerà ben 12 anni e al termine della quale tornerà a casa senza essere, apparentemente, invecchiato un solo giorno. La missione lo porterà a conoscere se stesso e a intuire ciò che potrebbe celarsi dentro di noi, l’intelligenza prima che ha messo in moto il processo della creazione. Non voglio spoilerare oltre. Posso dirvi che questo romanzo merita di essere letto per la sua ambizione e originalità. L’ambizione è quella di un giovane autore che, già dal suo primo romanzo (la pubblicazione precedente, Spore, è una raccolta di racconti) tenta di creare una propria cosmogonia e a confrontarsi con i temi della grande fantascienza filosofica e teologica, da Solaris di Stanislaw Lem alla trilogia di Valis di Philip K Dick (autori che sono citati da Viscusi, non a caso).
L’originalità consiste nel fatto che pur appartenendo alla fantascienza, l’opera rimane italiana. Comincia a Lucca, prosegue in un centro d’addestramento abbastanza anonimo dove cioè non sono descritti razzi interstellari, né sale altamente tecnologiche e prosegue in ambienti domestici. Non siamo dentro navicelle spaziali, ma nel parco, sotto casa, dove Dorian incontra la sua ragazza o nello studio di un esperto di sogni a Roma. In questi luoghi assolutamente comuni si dipana l’infinito e il viaggio all’origine del tutto. L’ambientazione conferisce credibilità a un’opera che, lo ripeto, pur confrontandosi con i temi più ardui della scifi, non cede mai alla tentazione della tecnologia facile, non stupisce con effetti speciali, ma con concetti e ipotesi spiazzanti, per quanto verosimili.