Non facciamoci troppo di fantasy2 min read
Reading Time: 3 minutesFantasy e fantascienza un rapporto conflittuale, specie in questi tempi in cui il fantasy sta ottenendo un enorme successo
in tv, al cinema e, ovviamente, in libreria e la fantascienza fatica a trovare una sua identità. Chiariamo: la fantascienza continua a produrre opere interessanti – come La ragazza meccanica di Paolo Bacigalupi – ma sta forse attraversando una fase di evoluzione o ibridazione con altri generi e non è chiaro quali strade prenderà. Il fantasy, invece, è di per sé un genere con infinite varianti e altrettanti sotto generi (alcuni che virano verso il fantascientifico guarda caso) e a questo camaleontismo deve la sua fortuna. Secondo alcuni autori il fantasy ha rubato e sta rubando lettori alla fantascienza. Secondo altri, la fantascienza del passato ha prefigurato futuri che non si sono verificati e, perdendo la sua persuasione predittiva, ha perso autorevolezza letteraria.

Recentemente sono stato a FantArona dove ho incontrato Dario Tonani, autore italiano sci-fi (consiglio a tutto il suo Mondo9), il quale ha detto una cosa molto giusta: il fantasy, rispetto ad altri generi, ha un sense of wonder capace di catturare lettori e, aggiungo io, ispirare autori. Prendiamo questo social: la categoria “Fantasy” è stata fin da subito la più postata, ancor prima del concorso FantasyContest lanciato insieme a Wired e Lucca Comics. Forse, un domani, il fantasy potrebbe entrare in crisi per lo stesso motivo per cui oggi ha successo: abbandonandosi troppo al meraviglioso, all’evasione fantastica, perderà il contatto con la realtà. La sua vera sfida è quella di rimanere ancorato al nostro tempo e alle sue tematiche. Essere un genere sociale e non (solo) un trip di elfi, gnomi e draghi volanti. È una sfida che voi autori che partecipate al contest, state raccogliendo?
Per capirlo leggiamo le altre opere, come queste che seguono.





