Il fantasy studiato nelle università e altri 4 racconti in concorso2 min read
Reading Time: 3 minutesEcco altri cinque racconti in concorso. Cinque storie fantasy fatte e finite da leggere e giudicare. Varie le creature bizzarre messe in scena, con una prevalenza di elfi. Ci sono gli elfi originari dell’America precolombiana di Sangue indiano, l’elfa Xalya in cerca del nido degli striscianti ne Le sorgenti del sole freddo e di elfi, soprattutto di capelli elfici, si parla anche in Per amore dei suoi occhi. Le altre due opere presentano eroine femminili: una vampira bandita dal branco, Indegna, e una donna che attraverso un rituale rinuncia all’amore, Il rito.
Tornando agli elfi, personaggi presi in prestito alla mitologia norrena, oggi il genere fantasy li ha stravolti. Ci sono però costanti che rimangono invariate in tutte le opere: le orecchie a punta, l’aspetto delicato e armonioso, gli occhi chiari e penetranti e il rapporto quasi simbiotico con la natura. Ma gli elfi cambiano a seconda delle esigenze del singolo autore. Spesso, leggendo romanzi fantasy, mi sono chiesto quanto un autore dovrebbe curarsi della tradizione e quanto fregarsene e lasciar libera l’immaginazione di galoppare, senza documentarsi troppo.
Io penso che più che curarsi di rispettare la tradizione, un autore abbia prima di tutto i dovere di scrivere storie verosimili. Che significa verosimile? Che un’opera, per quanto meravigliosa, per quanto possa sfuggire alle leggi della fisica e al più elementare dato oggettivo della scienza, non può non sfuggire a quelle del buon senso e della coerenza narrativa. La verosimiglianza è la voce convincente di un autore che permette al lettore di immedesimarsi in una trama anche se ambientata in un mondo fantastico. Sul problema del meraviglioso e del verosimile, rifletteva già Torquato Tasso, autore della Gerusalemme liberata.
Tornando alla tradizione, se siete di quegli autori scrupolosi che amano documentarsi prima di mettere in piedi una qualsiasi storia, forse vi interesserà sapere che il Pierce College di Lakewood, Washington, ha aperto un corso di inglese che studia il fantasy e la fantascienza e in che modo questi due generi hanno modificato la nostra percezione dell’umanità. Interessante, vero? Saranno prese in considerazione opere come Frankenstein di Mary Shelley, La guerra dei mondi di H. G. Wells o Goblin Market di Christina Rossetti. Non si tratta di una novità: gli atenei statunitensi pullulano di corsi simili. In Texas, qualche anno fa, alla Rice University di Huston, era stato organizzato un corso sul videogioco Skyrim. Invece a Pechino, quest’anno, verrà lanciato un corso di laurea in Fenomenologia fantasy.
In Italia? Sapete se tra un corso sulla morale cattolica nei Promessi sposi e la poesia religiosa del Duecento, c’è qualcosa di simile?
Sangue indiano, di Roberto Gerilli

Le sorgenti del sole freddo, di Elia Munaò

Il rito, di Terzoquartodiluna Paola Aloap

Indegna, di Raffaele Battaglin

Per amore dei suoi occhi, di Enrico Ferraris
